Il Comune di Cavriago ha organizzato un percorso di partecipazione dal titolo “LUOGHI BELLI A CAVRIAGO”, in cui i cittadini e i giovani partecipanti hanno individuato sul territorio i loro luoghi del cuore, spiegandone anche la motivazione:
“Le lucciole che lì si vedevano” (Barbara di anni 65)
“E’ un luogo ricco di storia e devozione: il rito dell’acqua di San Giovanni, la figura della custode Noemi…” (Valentina di anni 20)
“San Giovanni è di tutti. Mentre San Terenziano e San Nicolò sono separati, ci sono le fazioni, San Giovanni è di tutti. Ci andavano tutti. È sempre stato qualcosa sopra le parti” (Rosanna di anni 75)
“Oratorio immerso nel verde, che evoca pace e spiritualità”” (Barbara di anni 55)
“Sul mito di San Giovanni ci sono tante cose da dire, per esempio sulla rugiada, il 23 giugno, un momento di incontro per tutti. A San Giovanni c’è ancora la rugiada. La sera prima di San Giovanni è tassativo andare a prendere la rugiada perché fa bene, è miracolosa. Le donne che avevano i figli o i mariti in guerra, portavano una foto. Chi era malato. O si era salvato. Chi desiderava un figlio”
“San Giovanni si chiedeva di esaudire i desideri. San Giovanni è il nostro patrono. Prima Cavriago non aveva il santo patrono. Noi, nelle fabbriche, prima, festeggiavamo quando c’erano le fiere di Cavriago: mezza giornata a casa in marzo per la fiera del Bue Grasso e mezza giornata in settembre per la fiera dei Tori. Cavriago è sempre stata molto devota verso questa chiesetta. È piccolina ma molto caratteristica. A San Giovanni c’era una stanzetta con tutti gli ex voto. Con un librino dove dovevi scrivere i desideri che volevi esaudire. Poi hanno chiuso tutto perché c’era della gente che rubava” (Luisa di anni 70)
“All’oratorio di San Giovanni si sono sposati i miei genitori. Mio padre era romagnolo. Ma ha avuto una lunga vicenda di fidanzamento con mia madre. Un fidanzamento travagliato, burrascoso. Mio padre era ostinato, ma anche indeciso. Finalmente mio padre e mia madre decidono di sposarsi. Vollero un matrimonio alternativo e un po’ segreto, tutti soli, con il prete e i 58 testimoni: il campanaro sordo, e la Noemi, la perpetua. La Noemi mi diceva sempre: “Tu, sei mio figlio. Perché se non c’ero io, i tuoi non si sposavano e non c’eri neppure tu” e mi dava dei baci. Aveva dei baffi terribili. Dei baffi che pungevano. La famiglia di mia madre, visto l’andamento del fidanzamento, era un po’ sospettosa circa questo matrimonio. Così, poiché nessuno della famiglia era stato invitato, il cugino di mia madre, il cugino Orazio, si era nascosto nel confessionale della chiesa. Per controllare che si sposassero veramente. Gli sposi uscirono dall’Oratorio e se ne andarono con la Giulietta Alfa Romeo. La Noemi si fece caricare per fare un giro a tutta velocità per Cavriago sulla Giulietta Alfa Romeo perché a lei piaceva tantissimo andare veloce, le piaceva tantissimo la velocità. Mentre era sull’auto la Noemi gridava: “Più forte! Più veloce!” (Paolo di anni 66)
Abbiamo notizie dell’oratorio di San Giovanni già dal 1192, ma in antichità doveva essere luogo di culto di divinità pagane per la presenza delle acque che sgorgavano nelle vicinanze. Successivamente l’oratorio venne abbandonato e cadde in rovina. Nel 1727 della vecchia chiesa rimaneva una semplice colonna su cui era dipinta l’immagine di San Giovanni, e fu proprio a partire da quell’anno che avvennero le prime grazie. Per l’afflusso crescente di fedeli venne costruito in tutta fretta un portico in muratura ed una casetta in legno per il custode, nel 1731 si fabbrica invece l’oratorio ed una casa per il custode. La prima festa in onore di San Giovanni di cui si abbia notizia è datata 22 giugno 1751. Nel 1816 troviamo l’oratorio nuovamente diroccato, nel 1837 iniziano i lavori di restauro che continueranno negli anni successivi, ultimo dei quali quello realizzato dagli Alpini di Cavriago nel 1982 e verranno aggiunte sempre nuove parti. La storia dell’oratorio si intreccia spesso con la storia delle grazie ricevute dai fedeli. Citiamo l’estate del 1853, segnata da una grande siccità, quando piovve a dirotto proprio il 29 agosto festa del martirio di San Giovanni, dopo aver celebrato messe in onore del santo e la costruzione dell’atrio a 12 colonne pagato da un cittadino per sciogliere un voto. Numerosi sono i fedeli che si recano al santuario la sera del 23 giugno in occasione della “rugiada”. Per chiudere non si può non citare Noemi Tagliavini, custode dell’oratorio per gran parte della sua vita, figura molto conosciuta grazie anche alla sua capacità di instaurare un forte legame comunicativo con i fedeli.