Il Cimitero Napoleonico di Cavriago
Buildings / monuments / ancient remains
Cavriago and surroundings

Il Comune di Cavriago ha organizzato un percorso di partecipazione dal titolo “LUOGHI BELLI A CAVRIAGO”, in cui i cittadini e i giovani partecipanti hanno individuato sul territorio i loro luoghi del cuore, spiegandone anche la motivazione:

 

“E’ un luogo suggestivo che infonde calma e tranquillità. Allestito con sedute, lo vedrei trasformato in un Parco della Lettura. Anche i cimiteri possono diventare contenitori di attività culturali e luoghi di meditazione per i cittadini (Barbara di anni 54)

“E’ un luogo bello per il valore storico che custodisce” (Elena di anni 26)

“Evoca una riflessione su passato e sulle radici del territorio” (Alessandro di anni 21)

Il “Cimitero Vecchio”, come chiamato affettuosamente dai cavriaghesi, è punteggiato di tombe in pietra, di croci di ferro battuto prodotte da artigiani locali, di antiche lapidi e di vecchie foto ingiallite. È una vera e propria biblioteca di pietra e parole, che raccoglie parte importante della nostra storia, architettura e scultura. È un luogo di memoria in cui le epigrafi raccontano le storie dei defunti, le loro vite, le loro attività, restituendoci uno spaccato di storia locale e nazionale lungo più di un secolo. Dal 2001 fa parte dell’ASCE, (Association of Significative Cemeteries of Europe).

Cavriago costruì il suo cimitero nel 1810, a seguito dell’emanazione da parte di Napoleone dell’Editto di St. Cloud (1804) in cui si prevedeva per ogni Comune la realizzazione, entro due anni, di un cimitero al di fuori del centro abitato. Questo editto si era reso necessario a fronte dei gravi problemi di carattere igienico-sanitari dovuti al seppellimento dei cadaveri all’interno delle chiese o in un piccolo spazio esterno ad esse. La vicenda della costruzione del Cimitero Napoleonico fu alquanto complessa, svariate furono le difficoltà burocratico-amministrative e di bilancio, tra le quali il fatto che le due parrocchie di Cavriago, San Terenziano e San Nicolò, appartenevano a due diocesi diverse, rispettivamente Reggio e Parma. Questa divisione, che da sempre suscitava tensioni e rivalità tra le due comunità, rese inizialmente difficile la scelta del luogo dove edificare il cimitero. Dapprima si pensò di allargare i due cimiteri parrocchiali, poi di edificarne due distinti. La questione venne risolta dal sindaco Antonio Chilloni, che prese la decisione di edificare un solo cimitero, acquistando un terreno in zona San Nicolò, proprio a metà tra le due parrocchie. I lavori di costruzione iniziarono i primi di agosto del 1810 e il 5 ottobre dello stesso anno, alla presenza della Guardia Nazionale, venne inaugurato. Dopo la caduta di Napoleone, gli Estensi tornarono al potere e, sebbene confermassero le disposizioni napoleoniche relative alle sepolture, in pratica permisero il ripristino delle antiche usanze. A Cavriago però queste pratiche furono un’eccezione, tanto che nel 1851 la Municipalità cavriaghese decise di allargare il cimitero. Con l’Unità d’Italia, nel 1862, una circolare prefettizia stabilì in via definitiva il divieto di seppellimento delle salme al di fuori dei “cimiteri comuni”. Venne però concesso, all’interno dei cimiteri, uno spazio riservato ai ceti sociali più elevati, in cui si autorizzò la costruzione di monumenti funebri per potersi differenziare dal popolo. Venne prevista anche un’area da destinarsi agli “acattolici”, e una ai bambini morti senza battesimo. A Cavriago venne così costituito il cosiddetto ”angolo degli eretici”, in cui vennero sepolti soprattutto i socialisti e gli anarchici che avevano avuto funerali con rito civile. Il primo funerale civile a Cavriago, ebbe luogo nel settembre 1888, suscitando in una parte della popolazione “scandalo e commenti a non finire”. I cosiddetti “miserabili”, invece, venivano trasportati al Cimitero senza alcuna spesa e a carico del Comune. Il Cimitero Napoleonico di Cavriago rimase in funzione fino al 7 gennaio 1923, giorno dell’inaugurazione del Cimitero Nuovo. Eccezionalmente, nel 1924, dietro richiesta della famiglia Monticelli, un membro della loro famiglia venne sepolto nella “tomba gentilizia di famiglia”.

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